Author: Dt.ssa De Luca

CHE COSA SIGNIFICA MEMORIZZARE? Ogni volta che registriamo nel nostro cervello un'informazione cambiamo parti della nostra struttura cerebrale, infatti la memorizzazione di una o più informazioni è un'operazione complessa, scomponibile in vari fattori: La registrazione o la codifica di un evento, semplificato sotto forma di un concetto o un'immagine. Durante questo processo, in cui entrano in gioco anche le conoscenze pregresse, trasformiamo in rappresentazioni mentali più o meno persistenti ciò che percepiamo; L’immagazzinamento dell'informazione è la fase che permette di conservarla per un determinato periodo di tempo; Il recupero della stessa, o il suo riconoscimento in un tempo diverso da quello...

Il termine “emozione” deriva dal latino emovere, cioè muovere. La natura etimologica di questa parola ci introduce il concetto di cambiamento, infatti le emozioni che proviamo ci aiutano a reagire all’ambiente circostante che cambia continuamente, danno una coloritura al nostro comportamento e al nostro modo di approcciarci alle situazioni che viviamo. Inoltre, a livello evolutivo svolgono un ruolo fondamentale, poiché possono essere considerate dei veri e propri messaggi, il cui scopo è quello di segnalare e comunicare agli interlocutori la nostra reazione all'ambiente esterno. Le emozioni vengono definite come un insieme complesso di interazioni tra fattori soggettivi e oggettivi, che...

Nella sua accezione più generale, il linguaggio verbale viene definito come la facoltà esclusiva dell’essere umano di esprimersi attraverso dei suoni che combinati tra di loro formano delle parole. L’acquisizione del linguaggio avviene secondo un processo subconscio e spontaneo di apprendimento, che comprende sia la componente attiva – relativa alla produzione – sia la componente passiva, cioè la comprensione. I fattori che svolgono un ruolo importante nell'apprendimento del linguaggio sono molteplici; innanzitutto è necessario che le regioni cerebrali interessate alla funzione (ovvero l'area di Broca e Wernicke) siano integre, al fine che l'individuo possa elaborare le informazioni a livello del SNC, acronimo...

La dismorfofobia, conosciuta anche come disturbo da dismorfismo corporeo, consiste in una patologia mentale caratterizzata dall’ossessiva preoccupazione per un particolare del proprio corpo. Il soggetto dismorfofobico si preoccupa eccessivamente per uno o più difetti fisici che possono essere lievi o totalmente inesistenti e prova un grande disagio, compromettendo le attività della propria vita quotidiana. Infatti, chi soffre di questo disturbo tende a passare gran parte della giornata a preoccuparsi dei reali o presunti difetti, si controlla compulsivamente allo specchio o nella fotocamera del proprio smartphone oppure al contrario evita di vedere la propria immagine riflessa, crede che le altre persone...

Ognuno di noi si rapporta e comunica in modo differente nei vari contesti sociali e nelle molteplici relazioni che viviamo. Nonostante la variabilità dei nostri comportamenti, la letteratura ha riscontrato delle costanti e ha individuato tre stili comunicativi. Che cos’è lo stile? Lo stile è il modo in cui l’individuo interagisce e costituisce una gamma di atteggiamenti che definiscono la comunicazione interpersonale sia sul piano verbale sia su quello non verbale. Le tre principali funzioni dello stile sono: Creare una precisa identità comunicativa; Dare forma all’interazione; Fornire un messaggio riguardo al contenuto. I tipi di stile Essenzialmente, esistono tre tipi di stile: passivo, aggressivo e...

Se alla base di un rapporto che intercorre tra due persone c'è un legame ossessivo, da una o da entrambe le parti, si parla di dipendenza affettiva. Questa dipendenza non è una condizione patologica, non rientra dunque nei disturbi mentali individuati nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dall’American Psychiatric Association. Essa viene però classificata all'interno delle dipendenze di tipo comportamentale, le cosiddette “New Addictions”, tra cui figurano quella per Internet, per lo sport, per lo shopping e per il gioco d’azzardo, per citare alcuni esempi. La love addiction – l’opposto della love passion, stato di cui tutti necessitano universalmente...

Conosciuto con l’acronimo inglese ADHD – che sta per Attention Deficit Hyperactivity Disorder – il disturbo da deficit di attenzione e iperattività consiste in una disfunzione cerebrale che interferisce con lo sviluppo di una persona. Comparve per la prima volta nel 1845 all'interno del libro intitolato “The story of Fidgety Philip” del medico Heinrich Hoffman, il quale descrive accuratamente un bambino iperattivo. Esso si manifesta alla nascita o nei primi anni di infanzia, generalmente prima dei 7 anni, ed è caratterizzato da una scarsa durata dell’attenzione e/o da un’eccessiva impulsività. Quindi alcuni soggetti presentano una difficoltà nel mantenimento prolungato dell’attenzione...

Quando in medicina si parla di placebo, si intende una terapia sotto forma di pillole o liquidi privi di qualsiasi principio farmacologico e chimico attivo. Il placebo, termine derivante dal latino placēre, è un trattamento conosciuto dall’uomo fin dal Settecento nel campo delle scienze naturali. Dalla somministrazione di questa sostanza neutra deriva il cosiddetto effetto placebo, ossia dei notevoli miglioramenti sia a livello fisico sia a livello psicologico avvenuti in un individuo grazie alle aspettative e all’atteggiamento positivo che il paziente mostra verso la terapia. In sostanza, tale effetto si verifica nei casi in cui una persona mantiene una posizione positiva nei...

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