DISMORFOFOBIA – il disturbo da dismorfismo corporeo

DISMORFOFOBIA – il disturbo da dismorfismo corporeo

La dismorfofobia, conosciuta anche come disturbo da dismorfismo corporeo, consiste in una patologia mentale caratterizzata dall’ossessiva preoccupazione per un particolare del proprio corpo. Il soggetto dismorfofobico si preoccupa eccessivamente per uno o più difetti fisici che possono essere lievi o totalmente inesistenti e prova un grande disagio, compromettendo le attività della propria vita quotidiana. Infatti, chi soffre di questo disturbo tende a passare gran parte della giornata a preoccuparsi dei reali o presunti difetti, si controlla compulsivamente allo specchio o nella fotocamera del proprio smartphone oppure al contrario evita di vedere la propria immagine riflessa, crede che le altre persone osservino l’imperfezione deridendolo, nasconde il difetto con vari escamotages, paragona il proprio aspetto esteriore a quello di altri. La dismorfofobia – termine derivante dal greco, composto da dýsmorphos (deforme) e fobia (paura) – può interessare qualsiasi zona del corpo: c’è chi critica il naso, la bocca, le orecchie, il seno, le natiche, la pelle, i denti, gli organi genitali, i capelli, le mani, gli arti; dunque qualsiasi elemento fisico può diventare oggetto di una percezione deformata relativa all’aspetto di una parte del corpo, alla sua forma e/o dimensione.
Secondo il DSM, ovvero il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, il disturbo da dismorfismo corporeo rientra nella categoria dei disturbi ossessivi – compulsivi, in quanto tende ad indurre il paziente a ripetere alcuni gesti precisi, quale ad esempio osservare ripetutamente la propria immagine all’interno di uno specchio, come se fossero dei rituali a cui è impossibile rinunciare, poiché essi vanno a sopperire a quello stato di ansia e angoscia debilitante causato dalla presenza del difetto reale o meno.
La dismorfofobia è una patologia mentale comune, ne soffrono in egual modo sia donne sia uomini e solitamente insorge a partire dal periodo adolescenziale. Inoltre, tale condizione è particolarmente diffusa tra le persone che presentano una storia pregressa di disturbi del comportamento alimentare o di depressione o di disturbo d’ansia generalizzato o ancora di fobia sociale.

A prescindere da quanto appena esposto, gli psicologi e gli psichiatri riconducono le cause del disturbo da dismorfismo corporeo a una serie di fattori di varia natura:• Fattori culturali;

• Fattori genetici;
• Fattori psicologici;
• Fattori sociali;
• Fattori riguardanti lo sviluppo.

Quali sono, invece, i tipici comportamenti dei pazienti dismorfofobici? Innanzitutto, il dismorfismo corporeo può manifestarsi lentamente o insorgere in modo improvviso e la sua sintomatologia comprende specifici atteggiamenti e comportamenti; infatti il soggetto:

• Si preoccupa per molte ore durante la giornata del difetto o dei difetti percepiti;
• È convinto che il proprio aspetto esteriore attiri l’attenzione e gli sguardi altrui, in maniera negativa, pensando che gli altri lo deridano;
• Cura eccessivamente il proprio corpo;
• Tende a mascherare il difetto o presunto tale, dedicando gran parte del proprio tempo a truccarsi o acconciare i capelli ad esempio;
• Ricorre frequentemente a interventi di chirurgia plastica provando poca soddisfazione in merito al risultato;
• Si preoccupa eccessivamente delle proprie imperfezioni, arrivando a provare un disagio tale da evitare le situazioni sociali;
• Si controlla compulsivamente allo specchio o evita ad ogni costo di guardare la propria immagine riflessa;
• Confronta sempre il proprio aspetto fisico con quello degli altri, sottolineando le proprie imperfezioni;
• Si sente ansioso in contesti sociali, perché teme che gli altri individui si rendano conto del difetto.

Nel caso della dismorfofobia, la coscienza di malattia è scarsa, perciò i soggetti non sono consapevoli che il problema sia di tipo psicologico e non estetico. Diventa difficile quindi trovare benefici nelle rassicurazioni delle altre persone o dai tentativi volti a migliorare il proprio fisico o parti dello stesso.
In mancanza di tempestivi interventi e di terapie adeguate da attuare, da questa patologia mentale potrebbero derivare delle complicazioni, diventando responsabile di depressione, pensieri suicidi e/o autolesionismo.
Per poter determinare una diagnosi è fondamentale una valutazione medica, o esame obiettivo, che possa escludere la presenza di problemi di salute; un’anamnesi medica; una valutazione psicologica per analizzare i comportamenti e i pensieri che il paziente ha della propria immagine; la storia personale e la storia familiare.
Una volta definita la diagnosi, generalmente si effettua un trattamento combinato, il quale consiste nella terapia psicologica – definita psicoterapia cognitivo comportamentale – e una terapia a base di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Con la prima si cerca di insegnare al paziente a sviluppare una consapevolezza del problema, di identificare i comportamenti derivanti dalla preoccupazione ossessiva.



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