Sessualità Fluida: una Riflessione

Sessualità Fluida: una Riflessione

Sempre più si sente dire che le vecchie distinzioni di natura sessuale come “etero” “omo” o “bisex” sarebbero superate. E’ realistico questo? 

Le nuove icone VIP, spesso popolari soprattutto per la loro capacità di stupire e scandalizzare, alternano con disinvoltura frequentazioni amorose sia maschili che femminili esponendo pubblicamente la loro apertura e promiscuità sessuale. Parte delle nuove generazioni non desiderano etichette sessuali perché non si definiscono più nettamente etero o gay poichè gli orientamenti di coppia stanno variando, si allargano le opzioni di scelta mentre diminuiscono le restrizioni repressive. Si stanno creando neo-classificazioni identitarie come pan-sessualità o poli-sessualità (che evidenziano come i giovani attuali rivendichino una sempre maggiore libertà di poter essere attratti da qualunque genere), oppure gender-fluid definendo chi si sente ora maschio, ora femmina, oppure no-gender per chi non riesce ad identificarsi in niente.

Il concetto di fluidità riguarda non solo le pratiche sessuali ma l’intera identità di genere, per poter sperimentare varie forme di relazione con chiunque, senza sentirsi contenuti in una definizione predeterminata. La tendenza sessuale diventa un aspetto della personalità variabile, “in fieri”, in evoluzione. La visione dicotomica classica dell’orientamento sessuale viene modificata per permetter lo spazio ad ogni identità sessuale. L’identità infatti non è una proprietà data dalla nascita bensì un processo in continuo divenire legato alla percezione che ciascuno ha di sé stesso da un punto di vista psicologico e ai modelli culturali forniti dalla società in cui si vive. La sessualità fluida (D. Dettore e E. Lambiase “La fluidità sessuale. La varianza dell’orientamento e del comportamento sessuale”, IBS, 2011) permetterebbe -in teoria- di costruirsi un’identità su misura, “personalizzata”, in cui sentirsi a proprio agio e liberi di esprimere ogni pensiero, desiderio, istinto e fantasia, una dimensione fluttuante all’interno di un ampio spettro a prescindere dalla propria connotazione biologica e dagli stereotipi di genere.

Tuttavia le cose non sono così semplici come appaiono: definire una propria struttura identitaria è un processo complesso e mutevole poiché, oltre ad una parte plastica e modificabile che è in costante contatto con il mondo circostante e disponibile alla fluidità, essa si regge ed è costituita da un’ossatura statica, sostanzialmente duratura, solida e salda a cui riferirsi parlando di sé ed in cui riconoscersi in ogni momento, che si esprime in ogni aspetto della vita psichica e comportamentale: diversamente si rischia di incorrere in potenziali patologie. In definitiva è necessario avere un insieme di tratti emozionali e comportamentali “tipici” di una persona, relativamente stabile e prevedibile nella vita quotidiana per poter essere degli individui formati e capaci di affrontare la realtà con dei punti di sicurezza e delle certezze su cui confidare e costruire la propria autostima.

 



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