Psico-Politica

Psico-Politica

Con l’avvicinarsi della Primavera e delle Elezioni “fioriscono” volti sempre nuovi e accattivanti di neo-candidati al nostro Governo. Fa riflettere come l’immagine sia diventata (sovente) preponderante rispetto ai contenuti e ai programmi di tali persone. Fino a non molti decenni addietro era l’esatto opposto: il politico poteva permettersi di apparire brutto purché competente. Vere e proprie selezioni venivano effettuate dalle Segreterie di partito, con il risultato che i politici potevano anche non essere particolarmente simpatici ma non si potevano definire ignoranti (come talvolta oggi purtroppo accade). C’è chi anzi teorizza che l’ignoranza dell’uomo comune sia una garanzia, nell’errata convinzione che i “semplici” non possano rubare. Accade lo stesso, magari su scala minore e con meno intelligenza. Cosa può dirci la psicologia su questo?

 

Molte cose. La psicologia è un metodo, nè buono nè cattivo, che permette di acquisire maggiore consapevolezza. Per questo motivo, può essere potenzialmente utilizzata sia per comprendere, a fin di bene, sia per manipolare le coscienze, se fatto con intenti disonesti.

Va da sé che ormai ogni candidato deve preoccuparsi della propria immagine e della “psicologia” del potenziale elettore. Molti ad esempio, oltre ad esibire sorrisi accattivanti, pubblicano i loro riferimenti FacebookTwitter o Instagram o finanche il loro numero di cellulare. Sarebbe interessante sapere chi risponde a tale telefono o a tali Social….ma a parte questo, l’idea-base che sta dietro è che una maggiore confidenza stimoli l’elettore ad avere fiducia e quindi a votare in un senso o nell’altro. Funziona meno bene la faccia seria (che pure alcuni sperimentano) quale segno di affidabilità e di serietà.

Insomma siamo in balia delle impressioni suscitate in noi da queste campagne elettorali che assomigliano sempre più a campagne pubblicitarie? Assolutamente no. L’arma migliore, come insegna la psicologia è la consapevolezza: assumere informazioni sui candidati, meditarle, formarsi una propria opinione e non agire (quasi) mai d’impulso. Nelle elezioni, come nella vita!



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