PET Therapy

PET Therapy

Il termine PET therapy (o zooterapia) fu coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson nel 1964 per riferirsi all’impiego degli animali da compagnia per curare specifiche malattie. Questo sistema terapeutico dolce è incentrato infatti sull’interazione tra uomo e animali domestici, con lo scopo di  migliorare la qualità di vita degli individui, diminuire l’uso dei farmaci, ridurre la sensazione di solitudine, depressione e paura, accrescere l’autostima. Oltre a ciò può migliorare l’integrazione sociale dei bambini a scuola, degli anziani e delle persone con problemi fisici.

La PET therapy è una co-terapia di affiancamento alle tradizionali cure, trattamenti ed interventi socio-sanitari. Essa infatti non rappresenta una terapia a sé stante ma è un intervento integrativo che ha l’obiettivo di rinforzare, facilitare e coadiuvare le attività terapeutiche tradizionali (psicoterapia, fisioterapia, terapia farmacologica, ecc.). Può essere impiegata su pazienti di qualsiasi età ed affetti da diverse patologie, soprattutto a persone con disturbi della sfera fisica, neuromotoria, mentale e psichica. La presenza di un animale permette in molti casi di consolidare il rapporto emotivo con il paziente favorendo il canale di comunicazione paziente-animale-medico e stimolando una partecipazione attiva del soggetto stesso. La PET therapy viene anche utilizzata come un gioco, per la socializzazione, per favorire la comunicazione e lo sviluppo e/o potenziamento di sfere quali responsabilità e autostima.

 

Questa tecnica terapeutica si dimostra utile con utenze varie, per esempio per far uscire i bambini autistici o depressi dal loro isolamento psicologico o nei lunghi ricoveri o nell’uscita dal coma; per combattere depressione, ansia e insonnia; con pazienti colpiti da disturbo dell’apprendimento, dell’attenzione, disturbi psicomotori, nevrosi ansiose e depressive, sindrome di Down, sindrome di West, autismo, demenze senili, patologie psicotiche e sclerosi multipla. Ovviamente l’applicazione deve essere diversificata in base agli ambiti e agli obiettivi dell’intervento, alle specifiche esigenze del paziente/utente e dell’animale impiegato e prevede il coinvolgimento di un’equipe multidisciplinare.

Nell’equipe della PET therapy sono previste diverse figure professionali con competenze specifiche:

-veterinario (valuta i requisiti comportamentali e sanitari dell’animale, l’aspetto igienico sanitario e il benessere animale);

-coordinatore d’intervento (può essere: psicologo/psicoterapeuta, educatore, infermiere/assistente sanitario, OSS, laureato in scienze motorie, insegnante, psicomotricista);

-coadiutore dell’animale (promuove la relazione uomo animale e monitora lo stato di salute e il benessere dell’animale in collaborazione con il veterinario). Requisito imprescindibile è la relazione tra il pet e il suo padrone/istruttore che controlla l’animale con delle istruzioni: solo questo legame permette la buona riuscita di un trattamento. Il conduttore è colui che lo ha addestrato, che sa prevedere le reazioni dell’animale, che sa farsi da lui accettare e riconoscere come guida, che può rendere l’animale disponibile ed obbediente e quindi è presente in tutte le sedute di terapia.

Tale equipe multidisciplinare serve per garantire un monitoraggio costante e completo.

Gli interventi di PET terapy funzionano grazie alla relazione che si instaura fra un animale domestico ed un utente (bambino, anziano, persona malata etc…): una sintonia complessa e delicata che stimola l’attivazione emozionale e favorisce l’apertura a nuove esperienze, nuovi modi di comunicare, nuovi interessi. L’animale è capace di amore incondizionato, permette un rapporto diretto, spontaneo e non mediato dai pregiudizi sociali, non si dimostra rifiutante né svalutante, stimola la socializzazione, permette di entrare facilmente in contatto emotivo e di instaurare una rapporto affettivo, ed aumenta l’autostima. Tutto ciò è possibile perché l’animale si relaziona con l’uomo in maniera semplice, istintiva, diretta, senza la mediazione di pregiudizi e convinzioni che influenzano la relazione.

E’ stato testato che la compagnia di un animale domestico faccia abbassare il battito cardiaco migliorando la circolazione sanguigna, diminuisca i livelli di ansia, lo stato di stress (diminuendo la produzione di cortisolo) e la paura. Parallelamente provoca un aumento delle quantità di ormoni e neurotrasmettitori in grado di determinare emozioni positive (endorfine e dopamina), un miglioramento delle relazioni con gli altri e dell’umore (attraverso la stimolazione dell’ossitocina), oltre a favorire l’espressività umana attraverso modalità diverse dal linguaggio verbale, come il contatto fisico.

Interagire con un animale può voler dire per un bambino sviluppare processi di apprendimento più rapidi poichè ne stimola la creatività, la capacità di osservazione, la sperimentazione delle sue emozioni fondamentali oltre che apprendere a prendersi cura di qualcuno altro. Con gli adolescenti tale rapporto può diventare invece il mezzo per stimolare vissuti e riflessioni sul rispetto, la fiducia, la reciprocità, la tolleranza e la canalizzazione e gestione dell’aggressività. Con le persone disabili la relazione con l’animale può stimolare entusiasmo e motivazione nell’affrontare compiti quotidiani e sperimentare una modalità facile e spontanea di interazione. L’aspetto fondamentale consiste nello strutturare ogni progetto sulle esigenze specifiche del singolo individuo.

Altro aspetto rilevante consiste nell’individuare l’animale da compagnia corretto (cani, gatti, cavalli, conigli, asini) per ogni persona in base alle preferenze personali, alle capacità psico-fisiche, all’analisi delle eventuali fobie specifiche, alle allergie e in base alla risposta emotiva nelle prime sedute. Tuttavia il cane è l’animale che interagisce maggiormente con l’essere umano e che meglio di ogni altro stabilisce con l’uomo un legame intenso e duraturo (anche se devono essere valutata l’indole dell’animale e messa in relazione con quella dell’essere uomo con cui deve legare). Alla base dell’impiego terapeutico del cane vi è la sua capacità istintuale di non mettere in atto alcun meccanismo psicologico difensivo (quali la negazione o la falsificazione). Il cane non interpreta e non falsifica ma legge il linguaggio corporeo dell’uomo e percepisce (dalle secrezioni ormonali) gli stati emotivi dell’uomo rispondendovi in modo immediato attraverso il contatto fisico, il gioco, le coccole, il calore e la vicinanza. I cani amano giocare, facilitando nel malato la riscoperta della vivacità e delle relative sensazioni benefiche, oltre alla dimensione della socialità.

In Italia il termine PET terapia è stato sostituito con quello di “interventi assistiti con gli animali” (IAA), che consente di distinguere tra diverse tipologie di approcci, a seconda che prevalga la componente cosiddetta ludico-ricreativa (attività assistita con gli animali, AAA), quella educativa (educazione assistita con gli animali, EAA) o quella terapeutica (terapia assistite con gli animali, TAA). Infatti:

  • le Terapie Assistite con gli Animali (TAA), finalizzate alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale. Sono attività mirate che sii prefiggono il raggiungimento di obiettivi specifici nelle sfere sopraindicate delle persone (fisica, sociali, emotive e cognitive) con la presenza di un professionista con esperienza specifica, e richiedono un intervento progettuale personalizzato per ogni singolo paziente. I suoi ambiti di applicazione principali sono: case di riposo o centri diurni per anziani, centri diurni e/o residenziali per persone disabili o affette da patologie psichiatriche, ospedali pediatrici, istituti riabilitativi e educativi, integrazione ai programmi di supporto psicologico o psicoterapeutico
  • l’Educazione Assistita con Animali (EAA), è finalizzata a promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita, relazione e inserimento sociale delle persone in difficoltà. Principalmente sono attività di tipo educativo e/o ludico-ricreativo effettuati. Ha obiettivi specifici proposti da educatori e/o insegnanti in collaborazione con i conduttori e professionisti del benessere dell’animale e si rivolgono soprattutto a bambini e ragazzi in età scolare e prescolare. I suoi ambiti di applicazione principali sono: istituti scolastici, centri di aggregazione giovanile, ludoteche, centri socioeducativi, centri di aggregazione per bambini e adolescenti.
  • le Attività Assistite con gli Animali (AAA), sono finalizzate al miglioramento della qualità della vita e della corretta interazione uomo-animale, non sono legate ad una terapia e non vengono influenzate dalle condizioni mediche del paziente ma sono attività generiche, adattabili a molti contesti e utenze varie, proposte quindi senza l’attivazione di richieste specifiche. I suoi campi di applicazione possono essere: case di riposo, centri diurni per anziani, ospedali pediatrici, centri socio-educativi e riabilitativi diurni e/o residenziali, carceri e comunità per minori


× Buongiorno come posso aiutarla?