LE FOBIE PIÙ COMUNI

LE FOBIE PIÙ COMUNI

La paura è una delle emozioni primarie, e quindi innate, che ha lo scopo di preservare l’individuo davanti a situazioni pericolose. Ma quando diventa una condizione debilitante e incontrollabile di cosa si tratta?
In questo caso, si parla di “fobia”, dal greco φόβος, ovvero una paura irrazionale e immotivata che un individuo prova in modo sproporzionato nei confronti di alcuni oggetti, luoghi, persone, animali, situazioni generiche o sentimenti che effettivamente non rappresentano una minaccia reale e sono dunque innocui.
Le fobie sono molto diffuse e spesso limitano le normali attività quotidiane delle persone che ne soffrono, le quali – pur rendendosi conto dell’insensatezza del proprio terrore – non riescono a controllarsi e a gestire la paura e tutto ciò che ne consegue. Infatti, l’ansia fobica può manifestarsi con vari sintomi fisiologici, tra cui le vertigini, la tachicardia, un aumento eccessivo della sudorazione, l’incapacità di respirare, i brividi, la diarrea, la nausea e il senso di soffocamento. Quali sono quindi le fobie più comuni?
Innanzitutto, è opportuno suddividere le fobie in generalizzate, che sono decisamente invalidanti, e in specifiche che l’individuo tiene sotto controllo evitando la causa scatenante.

Oltre a questa suddivisione, si possono distinguere alcuni tipi di ansia fobica in base agli stimoli che la provocano:
– fobie animali, per cui l’oggetto della paura è un animale (paura degli uccelli, degli insetti, dei cani, dei gatti, dei topi, eccetera);
– fobie corporee, suscitate dal vomito, dal sangue o anche dalle iniezioni;
– fobie ambientali relative alle condizioni del luogo in cui si trova un individuo, ad esempio il buio o le altezze oppure i temporali;
– fobie sessuali che riguardano la contrazione di possibili infezioni o malattie sessualmente trasmissibili, ma anche l’ansia da prestazione;
– fobie situazionali, a provocare la paura sono situazioni di tipo generico, associabili ad attività quali salire sui mezzi pubblici, prendere l’aereo, recarsi in luoghi aperti, trovarsi in luoghi chiusi, attraversare ponti, eccetera.

L’organizzazione britannica YouGov Uk ha stilato un elenco comprendente le 13 fobie più diffuse al mondo. L’indagine condotta ha dimostrato che la più diffusa è l’acrofobia, cioè la paura dell’altezza accompagnata dalle vertigini e dal timore di precipitare dall’alto. Il secondo posto di questa classifica è occupato dalla paura dei serpenti, scientificamente chiamata ofidiofobia, a cui segue il paralizzante timore di parlare in pubblico o glossofobia. Il gradino successivo è riservato all’aracnofobia, la quale consiste nel terrore suscitato dai ragni. Al quinto posto si piazza la claustrofobia: una paura debilitante che impedisce ai soggetti di rimanere in spazi chiusi come gli ascensori o stanze di dimensioni notevolmente ridotte. Chi ne soffre, sperimenta panico e ansia, associati a una terribile sensazione di soffocamento o all’impossibilità di respirare. La musofobia, che segue alla claustrofobia, è una paura di tipo animale, il cui elemento scatenante è il topo. Invece, al settimo posto troviamo la belonefobia, una fobia in cui vengono raggruppate la paura per gli aghi e quella per oggetti appuntiti o taglienti. A seguire si trova la pteromeranofobia, la paura che comprende tutte le forme di volo – o l’aerofobia che definisce il timore di volare in aereo – e l’agorafobia. Le persone agorafobiche temono gli spazi aperti, dove non possono trovare rifugio immediato in caso di emergenza personale dovuta ad attacchi di panico o ansia. In stretta relazione con questa paura, vi è l’enoclofobia, ovvero il disagio provato in mezzo alla folla. Al decimo posto c’è la coulrofobia che colpisce sia i bambini sia gli adulti indistintamente. Essa consiste nella paura verso i clown, personaggi che dovrebbero risultare simpatici e divertire diventano il fulcro di ansia irrazionale. Sugli ultimi tre gradini troviamo la nictofobia, l’emofobia e infine la cinofobia, che sono rispettivamente la paura del buio, la repulsione provocata dalla visione del sangue e il terrore di essere morsi dai cani.

Tra le fobie più particolari figurano la clinofobia, relativa al timore di dissociazione dalla realtà rappresentata dal sonno, la cui posizione supina è spesso associata alla morte; la omfalofobia cioè il fastidio percepito nel momento in cui si tocca il proprio ombelico o lo si fa toccare ad altri; la falacrofobia che è sia la paura di diventare calvi sia la paura di trovarsi vicino a persone prive di capelli; se si ha paura di guardare in alto si tratta di anablefobia che è legata alla presa di coscienza in merito alla piccolezza dell’uomo rispetto alla vastità dell’universo; quando alcuni soggetti percepiscono la mancanza di emozioni positive come la felicità e allo stesso tempo le temono, si parla di cherofobia; invece l’hippopotomonstrosesquipedaliofobia si prova nel dover pronunciare parole particolarmente lunghe.
Diventa utile dare un nome alla propria paura estrema, al fine di individuarla e comprendere i meccanismi che la compongono. Se la fobia di cui si soffre ha una forte influenza sulla propria quotidianità fino a impedire il compimento di normali attività, non bisogna sottovalutarla o ignorarla. È oltremodo consigliabile rivolgersi a un professionista con cui parlarne e con cui elaborare una strategia efficace per controllare la fobia, qualunque sia la sua natura.



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