Fobia: Attacchi di Panico

Fobia: Attacchi di Panico

“Panico” riconduce al mito greco del “dio Pan”, metà uomo e metà caprone, abituato a comparire all’improvviso sul cammino altrui suscitando terrore e scomparendo tanto velocemente da lasciare le sue vittime nell’incapacità di spiegarsi l’accaduto e ciò che hanno provato. Questa sensazione riproduce bene l’esperienza di un attacco di panico: un periodo di paura improvvisa, breve, intenso, privo di una ragione apparente, caratterizzato da ansia acutissima. Esso è un problema complesso poiché è il risultato dell’azione di diversi fattori e comporta un ampio ventaglio di sintomi somatici e cognitivi.

Il quadro fisiologico comprende:

– sensazione di soffocamento

– tachicardia, palpitazioni, dolori al petto, nausea

– sudorazione, brividi, tremori, vampate di calore

– capogiri, stordimento, debolezza

– parestesie (intorpidimento e formicolio)

Lo stato psicologico consiste in vissuti di:

– derealizzazione (percezione del mondo esterno come strano e irreale)

– depersonalizzazione (alterata percezione di sé con sensazione di distacco ed estraneità dal proprio corpo o dai propri pensieri)

– presentimento di catastrofi imminenti

– paura di perdere il controllo e di impazzire

– paura di morire

– sensazione di deja-vù

L’attacco di panico è un’esperienza altamente stressante perché la persona è preda di un’angoscia dilagante e senza nome, che produce effetti psicofisici debilitanti poiché attiva una intensa reazione di attacco-fuga difronte ad un pericolo seppur “innocuo” in quanto incapace di compromettere la sua salute ed incolumità. Esso si presenta spesso in persone con fattori predisponenti o di vulnerabilità (come fattori costituzionali, traumi infantili, bassa soglia di reattività allo stress, tendenza al pensiero catastrofico).

All’inizio la persona attribuisce la causa del malore ad una patologia fisica, cardio-circolatoria, e si sottopone a molti accertamenti medici. Scoprire invece che la causa è interiore, psicologica, può imbarazzare.

L’aspetto maggiormente debilitante e condizionante la vita della persona fobica non consiste nel vero episodio di panico (il quale dura circa 20 minuti) ma nell’ansia anticipatoria ad esso connesso, ossia nella paura irrazionale e persistente di avere un nuovo attacco di panico. Ciò struttura un circolo vizioso auto-perpetuantesi, una trappola stringente, un pensiero dominante che fagocita progressivamente la libertà del soggetto e lo conduce a vivere in un costante stato di allerta, a monitorare ogni suo segnale fisico (cosicchè i sintomi fisici alimentano e sostengono quelli mentali e viceversa), ed evitare tutte le situazioni potenzialmente ansiogene, a cui il fobico attribuisce il potere “magico” di scatenargli un attacco d’ansia. Tale modalità evitante, che è un modo illusorio per esorcizzare la paura della paura, tuttavia restringe progressivamente il raggio d’azione della persona (poiché aumentano i contesti “pericolosi”) conducendola a vivere tutte le azioni con fatica.

Ciò può interferire non solo nella condotta del fobico ma avere anche un forte impatto nell’ambiente sociale circostante costringendo tutti i familiari ad adattarsi alle sue richieste limitanti.

Gli attacchi di panico sono più frequenti nelle donne e si manifestano soprattutto in concomitanza con eventi di vita (fattori precipitanti) ad alto impatto emotivo e stressante come il matrimonio, la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, la maternità, incidenti, traumi, violenze ed abusi, problemi finanziari e lavorativi, gravi cambiamenti di vita.

Se non adeguatamente affrontati e trattati gli attacchi di panico si possono cristallizzare portando a gravi complicanze che colpiscono tutti gli ambiti del vivere, rovinando la qualità della vita dell’individuo. La psicoterapia può aiutare a capire le cause di tali attacchi e ad individuare il modo per affrontarli ed estinguerli in modo definitivo recuperando un nuovo equilibrio interno.



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