Uno degli argomenti più "attrattivi" per il grande pubblico è se un soggetto che commette un crimine, sia o non sia pienamente responsabile delle sue azioni. Sconfinando nel romanzesco, in uno dei celebri libri di Simenon dedicati al commissario Maigret si dice che sovente non sono più i giudici a giudicare, bensì gli psicologi e gli psichiatri. Certamente lo psicologo/psichiatra viene visto come colui che può dire una parola conclusiva in merito allo stato mentale di una persona che delinque, non di rado alleggerendo così le responsabilità sia del giudicato che del giudicante.
Psico-Politica
Con l'avvicinarsi della Primavera e delle Elezioni "fioriscono" volti sempre nuovi e accattivanti di neo-candidati al nostro Governo. Fa riflettere come l'immagine sia diventata (sovente) preponderante rispetto ai contenuti e ai programmi di tali persone. Fino a non molti decenni addietro era l'esatto opposto: il politico poteva permettersi di apparire brutto purché competente. Vere e proprie selezioni venivano effettuate dalle Segreterie di partito, con il risultato che i politici potevano anche non essere particolarmente simpatici ma non si potevano definire ignoranti (come talvolta oggi purtroppo accade). C'è chi anzi teorizza che l'ignoranza dell'uomo comune sia una garanzia, nell'errata convinzione che i "semplici" non possano rubare. Accade lo stesso, magari su scala minore e con meno intelligenza. Cosa può dirci la psicologia su questo?
Padri e Figlie
Il padre è parte della propria figlia dal momento del concepimento in poi, vive dentro di lei: il loro rapporto è parallelo allo sviluppo dell’identità e della maturazione della figlia. La figura paterna ha un ruolo fondamentale nella crescita dei figli e, in particolare, delle femmine perché la sua presenza dà l'<imprinting> ai futuri rapporti della figlia con tutti gli altri uomini che incontrerà. Tutti gli uomini con cui la ragazza intratterrà un rapporto, riattiveranno le tracce di questo antico legame.
Padri e Figlie (Infanzia)
Nel periodo infantile i bambini richiedono un costante accudimento e per questo sono uniti alla madre da un rapporto simbiotico ed esclusivo che li rende un tutt'uno. Anche se ormai fisicamente distinti, il binomio madre-figlio perdura, come se i due fossero ancora avvolti da una unica pelle psichica, mentre il padre resta una figura sullo sfondo. Tuttavia con il tempo il papà diventa necessario per spezzare tale legame permettendo al figlio di staccarsi dal grembo materno ed incominciare a scoprire il mondo. La figlia infatti cerca lo sguardo di approvazione del padre che ha il compito di aiutare la figlia a ‘sbocciare’, liberandola della campana protettiva materna.
Autolesionismo
........Quando il Dolore sostituisce la Sofferenza
L’autolesionismo è il causare in modo consapevole, intenzionale e ripetitivo un danno al proprio corpo (tagli, bruciature, lividi, escoriazioni, ecc), non per uccidersi ma per trovare un temporaneo sollievo da una sofferenza emotiva travolgente, fatta di rabbia, tristezza, solitudine, svalutazione di sé. Il dolore fisico sostituisce così quelle emozioni troppo intense da tollerare, nasconde una sofferenza emotiva che la persona non è in grado di verbalizzare perché non trova le parole adeguate per descriverla, o non sa esprimere in modo costruttivo senza sentirsene sopraffatto. Il corpo allora si trasforma in supporto su cui tracciare i segni della propria sofferenza psicologica, l’unico modo per manifestarla concretamente rendendola visibile. Ferirsi diventa una strategia autodifensiva perché consente ad una sofferenza dell’anima insopportabile di annullarsi per trasferirsi nel corpo diventando così più comprensibile ed accettabile.
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